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GF10-TRIONFO DI MARIN,MA POCO REALITY!

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gepatti
view post Posted on 9/3/2010, 08:38




Propongo un articolo di Davide Maggio che trovo interessante, e rispecchia anche l'idea che mi ero fatta, del GF di quest'anno.

http://www.davidemaggio.it/archives/26232/...de-fratello-10/

GRANDE FRATELLO 10: COL TRIONFO DI MAURO MARIN SI SPENGONO LE LUCI SU UN’EDIZIONE MOLTO FORTUNATA… MA TROPPO POCO REALITY.

Dalla porta rossa di questo Grande Fratello non uscirà più nessuno e quelle luci sotto le quali è avvenuto di tutto si spengono anche quest’anno inesorabilmente, a ricordarci crudelmente che lo spettacolo, eccezionale metafora della vita, prima o poi finisce lasciando solo nella memoria di chi l’ha vissuto qualche traccia indelebile. Tutto un equilibrio sopra la follia, prima di nuove grandi avventure catodiche, e non, sotto i cieli della vita.

Una finale giocata su buonissimi ritmi già a partire dalla verve iniziale che ha dato per la prima volta contezza della macchina infernale che sta dietro al reality. Eccezionale poi Bonolis, sempre più benigniano in alcuni sprazzi di comicità, che pur confessando candidamente di essere invischiato nel reality solo per questioni economiche, dà il suo tocco di genialità al dialogo con i concorrenti. Sarebbe bello vedere più opinionisti a commentare le vicende dei ragazzi, Isola style: il contributo del buon Paolino ha dimostrato che in mano ad un vero leader, che sapesse dare una sfumatura più da senso della vita alle storie, si potrebbe volare ancora più in alto. Serata di sorprese, amarcord e volemose bene, dopo tre mesi segnati dal fuoco delle dispute personali dei commedianti per caso.

Il format sempre più people e sempre meno reality ha sbancato sul web e in tv come un esordiente novello, resistendo all’usura del tempo, fatale in altri paesi, proprio per la forza della metamorfosi in direzione di qualche idea di spettacolo già consolidata nelle abitudini italiane da programmi di successo. Pochissime prove e molto talk ben sollecitato: il vecchio tabù del divieto di osmosi interno-esterno mai come quest’anno è infranto per tirare fuori il massimo dei sentimentalismi. I numeri e l’attenzione mediatica danno ragione alla produzione, la fuga dal reality puro soddisfa meno coloro che intravedevano nella nuova forma di narrazione almeno un buon specchio di indagine sociologica.
Abbiamo visto per la maggior parte del tempo un’edizione colma di maschere italiane dell’estremo perfettamente in grado di dimenarsi per mesi tra i frizzi, i lazzi e gli strepiti della forma più contemporanea della Commedia dell’Arte. Il dongiovanni, il ribelle, la birichina, il timidone, il traditore, la pettegola, il mattacchione, la caratterista: anche quest’anno sono andati in scena misurandosi con le mille questioni che cinque mesi di convivenza realmente pongono, incontrando in qualche modo la contemporaneità di nuovi orizzonti come la sessualità conflittuale o il problema delle famiglie allargate.

Sono bastate poche puntate per carburare, poi è stato successone, capace di mettere all’angolo molta produzione seriale della Rai in controprogrammazione. Le ambiguità di Giorgio e Maicol, il funambolismo passionale di Veronica, il triangolo di George, Carla e Carmela, più tutti flirt tra i ben 27 concorrenti, moltiplicatisi come i leggendari pani e pesci man mano che l’astinenza bussava alle porte del cuore: sembra tutto un grande romanzo, in realtà è solo un piccolo estratto di un gioco televisivo confezionato sempre di più per stupire.

Su tutto questo sentimentalismo classico ha trionfato l’innovazione di Mauro, a dimostrazione che la gente premia chi sa portare novità all’interno di uno schema già noto. C’è chi lo paragona a Mario Ferretti come tipologia, a noi l’accostamento non sembra calzante. Nessuno dei precedenti trionfatori gli assomiglia né caratterialmente nè come presa sul pubblico. Mai la vittoria è stata così scontata, e questo indubbiamente un pò di fascino l’ha tolto.

Il gusto del bello fine a se stesso ha ormai abbandonato da tempo le preferenze del televoto. Domanda spontanea: Flavio Montrucchio vincerebbe ancora il Grande Fratello oggi al cospetto di un pubblico molto più maturo? La classifica finale infatti mette sul podio personaggi sobri e insospettabili come Giorgio, lo scopettino tenerone, e Cristina, detta Antonella Clerici la vendetta con il suo abitino della festa stile abat- jour del periodo liberty-charleston. Medaglia di legno a Baiocchetto, ragazzo così fuori dalla media da sgrassare i vetri della casa nell’ultimo giorno, pur cosciente che non ci avrebbe più messo piede nessuno per mesi e che tutto non sarà più come prima lì dentro.
 
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