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KATE FRETTI,FIDANZATA DI MARCO SIMONCELLI,INTERVISTATA DA VANITY FAIR

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gio2
view post Posted on 16/5/2012, 19:28




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Simoncelli, la fidanzata Kate: «Sic, con te stiamo facendo un miracolo»

E' rimasta a vivere a Coriano, con la famiglia di lui. Perché ha tanti progetti da realizzare, «in nome di Marco». Senza anello di fidanzamento, ma con qualcosa di più importante. Scritto sulla pelle

Sono passati sette mesi dalla morte di Marco. La casa in piena campagna in cui è cresciuto, tra gli sterrati e i campi dove bambino faceva le prime «pieghe» con le minimoto, è inondata dal sole. Sugli alberi che l’ottobre scorso erano spogli ci sono le ciliegie. E Kate dorme ancora nel loro letto.

Da Coriano non è più andata via, la fidanzata di Simoncelli. È rimasta lì, a vivere con Paolo, Rossella e Martina: la famiglia di Sic. Lavora a tempo pieno alla Fondazione dedicata alla sua memoria, in un locale sulla via Emilia, a Riccione. E a fine giornata dà la buonanotte a tutti, e va a dormire nella stanza di Marco, «rimasta uguale a quando andava a scuola». Certe sere da sola. Altre con la sorella Martina. «Non sarà per sempre. Ma io a Bergamo non sono più riuscita a tornare». Dice che è stato per via del mare. «Qui dopo pranzo in dieci minuti sei in spiaggia, con gli amici».

«È la più forte di tutti, la Kate», spiega il padre di Marco. «Con tutte le “gnocche” che poteva avere, mio figlio aveva scelto lei, e non ce n’era per nessun’altra. La prima sera che ha dormito da noi, lo ricordo, era piccola. Mi ha sorpreso la mattina dopo: in salone in pigiama, senza stupide formalità, a parlare con noi sul divano. Mio figlio ci aveva visto lungo».

Vent’anni sono troppo pochi. Anche per chiamarla vedova. «Buongiorno», Kate apre a un signore che suona il campanello della Fondazione e le consegna una busta con un paio di foto di Marco in bicicletta. «Va così: passano, salutano, e senza chiedere niente lasciano di tutto. Ritratti su tela. Disegni dalle scuole. Presepi, in cui Sic è Gesù bambino su una piccola moto. Lettere. Nei faldoni ce ne sono migliaia, da tutta Italia. Io ne ho lette troppe. Non le guardo più», ci racconta sprofondata nella poltrona imbottita dove Sic sedeva prima delle gare. Risponde alle email, sbriga la contabilità e su un calendario di quelli da muro – che non basta – segna gli impegni possibili «come facevano i contadini di una volta», scherza il babbo, Paolo, che questo spazio l’aveva preso prima di Sepang, dell’incidente, perché diventasse un museo e mai avrebbe pensato di metterci le tute da gara e i caschi di un figlio che non corre più.

Gioca, ti dà una carezza, fa la battuta. Poi, però, un «vaffanculo» a vuoto gli esce sempre: l’intercalare di un padre che non si dà pace.

«Sono tornata al Motomondiale», racconta Kate. «Non in pista, sulla griglia come facevo con Marco. Né da assistente di Valentino Rossi come hanno scritto: in realtà sono stata solo per tre mesi un’impiegata della società che cura il merchandising.Al Motomondiale sono tornata dentro uno stand per raccogliere fondi e tesseramenti per la nostra Onlus. La prima tappa pioveva. È andata male. Me lo sarei evitato volentieri. Però serve. Abbiamo chiuso tanti progetti di cui Marco sarebbe fiero».

Con 210 mila euro hanno costruito una casa per bimbi disabili in un orfanotrofio nella Repubblica Dominicana; con altri 15, donati all’Associazione Semi di Pace, un microscopio, per operare gli occhi dei piccoli in Africa. E adesso lavorano intorno a un vecchio albergo abbandonato, vicino a Rimini, diventato rifugio per extracomunitari: con i soldi giusti, potrebbe trasformarsi in un centro per ragazzi che soffrono.

A regalarsi fedine, in cinque anni d’amore, Kate e Marco non ci hanno mai pensato. Però lei, ora, all’anulare ha un tatuaggio. Tre lettere, Sic, che incoronano quel dito. «Avevo sempre avuto una mia teoria: “Mai il nome di un fidanzato sulla pelle”. Perché poi si sa come vanno le cose, ci si lascia, e si resta fregati. Ma io non rischio più di essere tradita».
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