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Fabio Volo: «Sono fidanzato, ma che delusione certe donne a letto»

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gio2
view post Posted on 13/12/2011, 20:04




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Per lui, le ragazze impazziscono: leggono il suo nuovo libro, guardano il suo nuovo film. Lo corteggiano pure. L'unico problema è quando, sul più bello...

A pagina 203 dell’ultimo romanzo di Fabio Volo (Le prime luci del mattino) c’è una frase pronunciata dal protagonista maschile che suona così: «Il problema non sei tu, sono io».

Sarebbe una buona ragione perché tutte le donne d’Italia si mettessero ordinatamente in fila non per comprare i suoi libri o per vedere i suoi film, ma per prenderlo a schiaffoni. Una alla volta, senza pietà.

Invece, niente. Le ragazze di Milano, per dire – belle, meno belle, magre, meno magre –, io le vedo in metrò tutti i giorni, hanno quasi sempre un Fabio Volo tra le mani. Uno dei suoi libri, intendo. E, probabilmente, a casa hanno anche una variante del prototipo di questo esemplare di maschio dei giorni nostri, quello che prima o poi dirà l’inascoltabile frase: «Non sei tu, sono io».

Ce ne sarebbe abbastanza da andare a dirgliene quattro. Ma, poi, come si fa? È come prendersela con uno dei Puffi.

Fabio Volo è mediamente carino, mediamente cialtrone, mediamente sincero, mediamente seduttore. Ma soprattutto, a dispetto di quel che si dice in giro (ricco e dunque avarissimo, invidiato e dunque astioso), è un bravo diavolo che ammette di «non svegliarsi di cattivo umore dal 1990».

D’altronde, perché dovrebbe? I libri hanno successo (sei titoli in dieci anni, tutti best seller), e adesso ha successo anche il film tratto da uno di questi, Il giorno in più, da due settimane in sala.

Inoltre, il 6 dicembre, durante il programma che conduce a Radio Deejay, Il Volo del mattino, ha detto: “Proprio vero che quando si è innamorati, sembra tutto più bello”».

Complimenti, si è saputo che è fidanzato.

«Confermo».

Mi è stato riferito che è una ragazza bionda, straniera. Vi hanno sentiti parlare in inglese.

«Non le rispondo».

Allora è italiana?

«Non insista, non dico altro».
(...)
È vero che un giorno è entrato a una riunione di Rai Cinema con il pacchetto di un sex shop e ha mostrato orgoglioso tutti i suoi acquisti?

«Sì, è vero. A Roma c’è un negozio che ha cose di seta molto carine, raffinate. Mi piacciono certi gadget, amo il gioco erotico».

E alle donne piace sempre?

«Dipende. Piace alle donne che hanno un buon rapporto con il loro corpo, quelle che si

toccano, che sanno anche cercarsi il piacere in proprio. Molte altre sono piene di paranoie».

Perché, secondo lei?

«Perché le donne, attraverso il sesso, vogliono dirti chi sono, in senso lato, quindi niente autoreggenti, altrimenti lui pensa che io sia una puttana. È come se io, un giorno, interpretassi l’assassino in un film e sentissi il bisogno di gridare ai quattro venti: “Oh, io non sono un assassino”. È una recita, un gioco, dai!».

Altre tipologie di donne che a letto l’hanno delusa?

«Quelle che pensano che la loro patata sia una specie di rivale».

Prego?

«Tu sei lì a fare sesso orale e loro dopo un po’ si scocciano e ti dicono: vieni su e baciami. E allora mi viene da dire: perché, scusa, che cosa stavo facendo?».

Non lo sa che per le donne un bacio sulla bocca è l’apostrofo rosa, il gesto sentimentale per eccellenza?

«Eh, ho capito. Ma non è che io là sotto sto affettando la bresaola per fare panini!».
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