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X Factor 5, giovedì la seconda puntata delle audizioni.

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view post Posted on 26/10/2011, 20:04





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X Factor (voto: 7) torna giovedì 27 ottobre, su Sky Uno HD alle ore 21.10, con il secondo appuntamento dedicato alle selezioni dei concorrenti.
Nella puntata - in cui saranno ancora di scena le audizioni in teatro davanti al pubblico - si assisterà ai primi accesi confronti tra i giudici: Simona Ventura, Morgan, Elio e Arisa, ribattezzati da critica e internauti la miglior giuria di sempre, cominciano a darsi battaglia per promuovere alle fasi successive i propri preferiti.

Sul palco di X Factor, accanto a persone di assoluto talento, si esibiranno anche le sorelle Lallai, tra le più cliccate su YouTube. Dopo essersi presentate separatamente a Trento, una all'insaputa dell'altra a causa di antichi dissapori, si ripresenteranno a Forlì insieme come gruppo vocale e con un nuovo pezzo, come richiesto dalla giuria. Ma a contendersi almeno tre "sì" dei giudici - necessari per passare alla fase successiva, il "Boot Camp - Campo reclute" - ci saranno anche Fabrizio, agente immobiliare romano dall'animo rock; Paolo, ragazzo di origine romena, che ha commosso il pubblico con la sua intensa voce; Soraya francese d'origine ma napoletana d'adozione e tanti altri. Soltanto una parte di loro, però, ha dimostrato di avere "il fattore X". A raccontare le impressioni a caldo dei concorrenti subito dopo il verdetto della giuria, sarà Alessandro Cattelan (6), conduttore di questa quinta edizione del programma.
Nel frattempo sono diventate già un cult sul web molte delle esibizioni dei concorrenti protagonisti della prima puntata di X Factor. Tra questi, è già entrata nella storia del talent targato Sky "Fiocco di neve", pseudonimo di Gloria Nencioni, 19enne ragazza pisana che in lacrime davanti alle telecamere ha promesso: "Non finisce qui!".
RASSEGNA STAMPA Walter Siti su La Stampa: "Struttura molto simile a quella di Italia's Got Talent e in alcuni momenti è sembrato che anche qui si andasse alla ricerca del pittoresco più che del talento musicale: per esempio quando si è esibita Fiocco di Neve, con look fantasy pieno di giarrettiere e merletti, o quando a due sorelle che non si parlano da anni è stato proposto di ripresentarsi come duo, con diluvio di lacrime e genitori commossi. Ma il programma si salva e risulta piacevole per almeno due motivi. Il primo è il livello della giuria: sia Elio che Morgan che Arisa, in modi diversi, mettono davvero la musica più in alto di tutto perché così è nella loro vita; filtrata da loro diventa quasi un criterio morale ed esistenziale. Un operaio contestatario ha urlato dal palco la sua disperazione e Arisa gli ha detto «mi dispiace per tutta la rabbia che hai dentro» ma significava «non sei riuscito a trasformarla in musica»; quando Morgan è andato ad abbracciarlo non è sembrato affatto un espediente tv. La Ventura, pochissimo truccata e coi segni dell'età, in questo contesto dà il meglio: i suoi giudizi tecnici restano approssimativi ma il suo istinto maieutico è formidabile; a un ragazzo esagitato per insicurezza è stata lei a dire, quando ormai convinto di essere escluso se ne stava rannicchiato e distrutto, «cantaci qualcosa da lì, a cappella» - e la musica è uscita. Il secondo motivo che rende piacevole il programma è la difesa della bio-diversità musicale. Al contrario di Star Academy, dove i concorrenti sembravano polli di batteria già omologati dal tritacarne delle case discografiche, qui il ventaglio delle opzioni è ampio: si va da quello che canta, timido e pulito, l'Endrigo che gli ha insegnato la nonna, alla sedicenne che fa del vintage consapevole, al ragazzetto mammone con una bella voce nera fino a una Lady Gaga dei poveri. Il talento va e viene, alcuni cresceranno e di altri non si sentirà più parlare («ha detto molte belle cose ma ha cantato malissimo»); la giuria è abbastanza scafata per non cadere in troppi luoghi comuni e si controllano a vicenda (Arisa loda una moglie che non si è arresa alla routine, Morgan commenta dopo averla sentita cantare «spesso anche arrendersi non è male»). Speriamo che, proseguendo, a tutti non venga voglia di strafare: che a Cattelan non gli prenda la sindrome di Facchinetti, che la Ventura non si vesta come una rificolona, che non comincino a litigare per fare spettacolo".
Aldo Grasso sul Corriere della Sera: "Male probabilmente ha fatto la Rai a lasciarsi sfuggire un format che ha caratteristiche tutte particolari: come il risultato della prima puntata di casting ha dimostrato, X Factor è un talent per spettatori più raffinati. Lo si guarda, ci si fidelizza, si diventa partigiani di questo o di quello, si commenta sui social network, lo si trasforma in oggetto di discorso con amici e colleghi. Un'audience tendenzialmente giovane (il 66% composta da spettatori fra i 25 e i 54 anni d'età), di entrambi i sessi, che Sky ha reso più «selezionata» (84% del pubblico fra le fasce socio- economiche Auditel più elevate). Forte dell'attesa, il pubblico si è sintonizzato sulla rete per la ri-partenza, magari anche in «gruppi d'ascolto», e ha seguito lo show in maniera «fedele» (permanenza del 50%). Con X Factor Sky ha «acceso» un canale per lo più «spento» come Sky Uno, l'ex Sky vivo soprannominato per anni «Sky morto». L'effetto X Factor si farà sentire anche su Cielo?".
Antonio Dipollina su Repubblica: "Tutto calibrato in modo da mandare in scena i casi umani o più spettacolari. Compresi alcuni invasati giovinastri: o sono specchio dell'Italia televisiva e quindi non sanno nemmeno come si chiamano, oppure prima di andare in scena si calano sostanze che nessuna persona dabbene vorrebbe conoscere. Ma si può iniziare a dire che l'accoppiata Morgan-Elio probabilmente varrà ancora il tributo che anche i meno interessati dovranno pagare all'esistenza del programma. Poi comincerà la gara vera e propria e i televoti etc. L'importante è che quei due, Morgan&Elio, tengano botta, consci del loro ruolo decisivo".
Alessandra Comazzi su La Stampa: "Una media di 520mila spettatori su Sky Uno, grande affluenza su Facebook e Twitter: forse i social network e la loro potenza incrociata daranno un senso e nuova linfa (sostenuta dalle case discografiche) a uno strano programma, tanto enfatizzato dai media quanto poco seguito dal pubblico".
Maurizio Caverzan su Il Giornale: "Quel che più conta è la qualità delle due ore di spettacolo, piene di energia e ritmo che latitano nei format delle reti generaliste. Nella giuria, oltre alla Ventura in versione prof esigente, si è rivisto Morgan con chioma verde alla Joker, mentre Elio distillava ironia abrasiva e l'esordiente Arisa funamboleggiava sulla fascia. Tutti uniti nel vietare l'ingresso a retorica e narcisismi, mentre nel backstage Alessandro Cattelan faceva da trainer ai candidati".
Alessandra Menzani su Libero: "Eh, il prezzo del biglietto di X Factor lo vale senz'altro Fiocco di neve, al secolo Gloria Nencioni, una specie di Lady Gaga labbruta che ha cantato penosamente e, dopo l'inevitabile bocciatura, è scoppiata in un comicissimo pianto davanti alle telecamere. Anche le due sorelle sarde che si odiano e si sono presentate separatamente non erano male: non si parlano da anni, una è stata cassata e l'altra no, e il sadismo dei giudici è stato quello di costringerle a formare un duetto. E poi c'era il tizio cassintegrato che ha fatto mezz'ora di monologo ed ha evitato per un pelo la camicia di forza... X Factor in versione satellitare diverte perché l'elemento dell'ironia rende tutto più spassoso (merito anche di un azzeccato montaggio) e l'Hd fa tutto più bello".
Mirella Poggialini su Avvenire: "Nelle audizioni ecco una schiera di personaggi da Corrida, smargiassi e sgangherati, eccessivi e anche urtanti, costruiti con qualche ingenuità per far scena più che per cantare, cosa che in effetti ben pochi sanno fare. Come se il fine dei concorrenti, scelti con qualche cattiveria, fosse quello di far spettacolo attraverso il grottesco e - dice Morgan - la 'tamarraggine', cioè garantirsi visibilità attraverso la trasgressione e il cattivo gusto. Si ha un'impressione di trash programmato, che va ben al di là della gara canora e della premiazione del merito. Il cosiddetto talent mira alla costruzione da reality, si trasforma nelle sue varie edizioni (e pensiamo anche a Star Academy) in provino per varietà: e lo spettatore non sempre è portato ad accettare questa mutazione che tradisce l'intento dichiarato".




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