49° capitolo
Mi rifugiai letteralmente fra le sue braccia e cominciai a piangere, non so se per la gioia o per la tensione che avevo accumulato fin dalla sera precedente e ora si stava sciogliendo man mano che il sue abbraccio diventava più forte, avevo le gambe molli – dai Paola smetti di piangere siamo insieme ora – ma le lacrime continuavano copiosamente a solcare il mio volto, al che Cristian mi costrinse a guardarlo, stavo per proferire parola ma lui si posò il dito indice sul naso e mi disse – zitta - e avvicinandosi alle mie labbra mi chiese – lo sai che cos’è un bacio? Un grande regista diceva sempre: il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili – e così dicendo appoggiò le sue meravigliose e carnose labbra sulle mie e sprofondammo in un bacio dolce e al tempo stesso appassionato. – Andiamo via di qua, è troppo affollato e cosa ho in mente non prevede pubblico – mi prese per mano e ci avvicinammo alla sua macchina – cerchiamo un albergo – Cristian non serve, al prossimo incrocio gira a destra – e dove andiamo – tirai fuori un mazzo di chiavi dalla borsa e gliele dondolai davanti – ti fidi di me? – certo che si - allora segui le mie indicazioni - . In un batter‘occhio ci ritrovammo al cancello di una deliziosa villetta sulla collina che offriva un panorama fantastico, aprii quello e pure il portone blindato, la casa era buia e silenziosa, appena la porta si chiuse alle nostre spalle, Cristian mi inchiodò al muro e mi baciò togliendomi il respiro, fu un bacio profondo e avido come se attraverso le labbra lui volesse anche la mia anima, intanto mi sentivo invadere da una strana debolezza – poi rocamente mi sussurrò - mi conduci in camera da letto subito o devo farti mia qua nell’ingresso? - guardandolo fisso negli occhi molto maliziosamente lo presi per mano e lo condussi al piano di sopra, man mano che salivo le scale sentivo il suo sguardo su ogni centimetro della mia pelle, entrai in quella che fin da quando ero bambina era la camera mia e di Letizia – eccoci qua – non finiì nemmeno la frase che il mio semplice vestito di cotone color arancio era già una piccolo mucchietto di tessuto ai miei piedi, mi guardò ammirato – tu hai idea di cosa mi fai? – sorrisi e non risposi – lo sai che sei “ancora e per sempre” il sogno della mia vita? Paola dimmi che mi vuoi? – il suo tono insistente mi indusse a guardare i suoi meravigliosi occhi neri, poi distogliendo lo sguardo mi strinsi a lui e fissando il suo fantastico corpo gli scostai la camicia posandole le labbra sul petto possente e tracciai una scia fino alla gola – ti voglio Cristian, più di quanto abbia mai desiderato qualcuno - mi distese sul letto e la sua bocca prese a sfiorarmi in ogni dove, mentre quel dolce e languido tormento aumentava cominciai a diventare smaniosa, e quando come per incanto i nostri corpi si unirono mi aggrappai a lui sentendolo ansimare e tremare, dai suoi occhi traspariva tutta la passione repressa nei giorni di lontananza, poi d’incanto la pressione dei nostri corpi esplose in un unico ed inebriante piacere. Rimanemmo abbracciati in silenzio per un po’, quando poi tutt’ad un tratto Cristian mi chiese – Paola di chi è questa casa ? - sospirai – in questa casa ho passato le estati più belle di tutta la mia vita, in questo posto ho conosciuto il mio primo amore, in queste mura ho assaporato momenti indescrivibili e indimenticabili – Cristian s’incupì – hai deciso di farmela pagare per Lucrezia? Lo sai che pure io sono geloso, insicuro no ma geloso si ! – gli diedi un buffetto sul naso e sorrisi – questa è la casa dei miei zii, il fratello di mia madre ha sposato una dolce signora di Sperlonga, la zia Anna, che io adoro, questa è la loro casa estiva, ci vengono tutti gli anni e ci restano un estate intera, qui con le mie cugine e le mie sorelle ho passato gran parte delle mie vacanze estive da quando sono nata, tutti gli anni papà e lo zio accompagnavamo noi donne di famiglia qua e loro tornavano a Napoli facendo poi la spola tutti i week-end, qui c’è tutta la tranquillità che una città come Napoli non ti offre soprattutto l’estate e poi ci sono delle spiagge fantastiche – e questa è la tua camera da sempre? – si questa è la mia e di Letizia, mia cugina, l’altra invece è di Ida e Emma l’altra mia cugina, c’è sempre piaciuto l’estate rivoluzionare un po’ le nostre abitudini era un voler cambiare un po’ la routine quotidiana, ci torno ogni qualvolta abbia bisogno di rilassarmi soprattutto l’inverno – siamo a luglio dove sono i tuoi zii? – ora sono fuori Italia, visitano le capitali europee, Letizia è rimasta a Napoli, l’altra sera era anche alla festa di compleanno di Camilla ed Emma sta finendo la sessione estiva degli esami universitari, sarà qui in pianta stabile dopo il 20 luglio circa e se lo vuoi – mi fermai titubante – lui si sollevò un po’ dal cuscino fissandomi – e se lo voglio cosa? – possiamo goderci questa casa e questo posto per me unico almeno 10 giorni – Paola mi piacerebbe da morire ma io martedì ho una serata a Riccione, ma pensandoci bene poi torno il week-end prossimo al sud per lavoro – lo incalzai – quindi? – martedì vado a Riccione e mercoledì pomeriggio sono di nuovo tutto tuo – mi alzai di scatto e lo baciai con enfasi – si lo faresti per me? – lo sto già facendo e visto che è passata ora di pranzo già da un pezzo ed io ho una gran fame che mi proponi per un pranzo ritardatario ?- Bè ti potrei rispondere come facesti tu in un parcheggio un po’ di tempo fa - inarcò il suo sopracciglio – cioè? Sapeva benissimo a cosa mi riferissi - “TU” – ci baciammo appassionatamente e il mondo rimase per ancora molto tempo fuori da quelle amate mura.
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